lunedì, ottobre 16, 2006


Quarant'anni di pubblicità da vietare
L'Istituto di autodisciplina, fondato nel 1966, espone i manifesti e gli spot bloccati per difendere la sensibilità dei consumatori

MILANO - «Portate i bambini: ce li teniamo tra le palle noi»: bocciata. «Fatti la cubana» (intesa come birra): bocciata. «Molte erbe, poco alcool»: bocciata. E così via. In quarant'anni di attività, l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) ne ha viste di ogni tipo: eccessi, volgarità, cadute di stile, immagini choc.
Una serie di campagne pubblicitarie che non hanno ottenuto il via libera dall'organismo fondato nel 1966 e che ora finiscono sul marciapiede del Binario 21/22 della Stazione Centrale di Milano per una mostra: «Pubblicità con giudizio», dal 26 ottobre al 26 novembre.

MANIFESTI E SPOT - Un'occasione per ripercorrere quattro decenni di «giustizia pubblicitaria». La mostra propone oltre 50 tra manifesti e spot televisivi esaminati dal Giurì dell'Istituto di Autodisciplina: dal celebre scatto del bacio tra un prete e una suora, alle immagini allusive di donne in pose languide, dalla bevanda alcolica che rende belli e felici, al prodotto di igiene personale presentato come un farmaco. Tante immagini che sono state bloccate per difendere i diritti dei consumatori e la sensibilità del pubblico. Ma non si tratta solo di una mostra sul «cattivo gusto». Le «opere» in esposizione sul binario 22 permetteranno di comprendere anche come è mutata, stazione dopo stazione, la sensibilità degli italiani.