martedì, maggio 30, 2006



La storia poteva rendere Via da Las Vegas un capolavoro, ma tutto viene guastato da un moralismo eccessivo, e noi non siamo ai tempi di Fronte del Porto e dell'America che fa i conti con i propri problemi sociali.
Perché i rallenti, le dissolvenze e le luci soffuse? perché le inquadrature sgranate e una musica eccessivamente
presente (anche se molto bella) che sottolinea troppo le situazioni?
Insomma, il film indugiando spettacolarmente sul dolore dei due protagonisti, sfiora il disgustoso. Come se Figgis avesse deciso di fare "l'autore" a tutti i costi.
Una storia di maledetti, un racconto struggente che ha l'unico pregio di consacrare ancora una volta Nicolas Cage come grande attore (ottima la sua realistica interpretazione da alcolizzato).