venerdì, marzo 31, 2006


Vent'anni fa il primo virus per Pc

Si chiamava Brain e fu concepito da un programmatore pakistano.
Ma il primo software «malizioso» in assoluto attaccava gli Apple
Gli hacker di tutto il mondo «festeggiano» in questi giorni il ventesimo anniversario della nascita del primo virus informatico. Si chiamava Brain (cervello) e fu scoperto nelle prime settimane del 1986. Brain acquisì fama imperitura perchè fu il primo a essere concepito da un programmatore, ma non si diffuse molto.Era del tipo «Boot-sector» dal nome del settore del floppy-disk dove andava a installarsi. In questo modo si intsllava ogni volta che il floppy veniva utilizzatio.
PRIMOGENITURA - La sua origine è ancor oggi oeggtto di dispute. La tesi più accreditata ne attibuisce la paternità a un programmatore pakistano , che l'avrebbe messo a punto pre proteggere un software di sua creazione. Brain ora è estinto, ma nei vent'anni successivi alla sua comparsa sono comparsi ben 150 mila suoi «eredi». Brain, tra l'altro, sebbene sia stato il primo virus per Pc, non fu però il primo programma «malizioso». L'onore del primato, in questo caso, spetta a Elk Cloner, un virus preparato dal programmatore Richard Skentra per infettare gli storici computer Apple II. Tuttavia, nonostante la primogenitura «virale» spetti ad Apple, per diffusione, i virus rivolti ai Pc e ai loro sistemi operativi hanno avuto una diffusione enomemente maggiore. La nascita di Internet e della posta elettronica ha poi dato il carburante decisivo alla produzione di massa dei software infettivi.
DA HOBBY A CRIMINE - E in questi anni sono cambiate anche le motivazioni per la creazione dei virus. Se all'inizio erano conceopiti soprattutto a fini di protezione dei software dalla duplicazione pirata oppure per hobby, la scala «evolutiva» del genere ha visto via via prevalere i «ceppi» nati per scopi dichiaratamente illegali , concepiti da vere e proprie organizzazioni criminali per scopi economici. Qualche dato? Secondo l'Fbi l'84% del business negli Usa deve subire l'aggressione di virus, porgrammi-spia e altri programmi distruttivi.


Bob Clarke, fotografo sensuale ed estremo

- di Barbara Silbe -

Viene spontaneo pensare a un parallelismo. Bob Carlos Clarke, uno dei più apprezzati fotografi di moda degli ultimi vent'anni, provocatorio ed estremo nelle sue scelte estetiche, è morto lo scorso 25 marzo a Londra in un incidente stradale. Come Helmut Newton. Come successe per l'ottantenne maestro tedesco a Los Angeles nel 2003, anche Clarke ha concluso la sua esistenza per uno schianto. Troppo presto, però.

Aveva soltanto 55 anni. Era nato a Cork, in Irlanda, nel 1950 e si era trasferito in Gran Bretagna nel 1964 già al tempo degli studi artistici conseguiti al West Sussex College of Art prima e al London College of Printing poi, per diplomarsi infine al Royal College of Art nel 1975. Come Newton era diventato famoso grazie alle sue immagini di modelle bellissime trasformate in virago aggressive rivestite di lattex e piantate su tacchi vertiginosi. Produsse scatti memorabili, discussi, controversi e ricercatissimi per la carica erotica che ogni volta mettevano in scena.

Il suo stile, che ammiccava teneramente allo scandalo, lo aveva trasformato in uno dei più richiesti autori di fotografia pubblicitaria e di moda. Aveva lavorato per Levi's, per Volkswagen, per Nokia e per le maggiori riviste patinate del settore. Le sue donne erano bamboline pronte per solleticare l'immaginario maschile, maliziose e insieme innocenti, inanimate e belle come i suoi still life, solo un po' più inquietanti. Uno dei libri più noti di Clarke, dal titolo Love-dolls never dies, uscito in tiratura limitata a 300 copie per la gioia dei collezionisti, è una raccolta dedicata agli appassionati del genere glamour-fetish, una ricognizione nel mondo dell'erotismo al limite

martedì, marzo 28, 2006


vedere http://lolleria.blogspot.com/ per capire

martedì, marzo 21, 2006


BUONA PRIMAVERA A TUTTI.

lunedì, marzo 20, 2006


Bloccato lo spot con Rocco Siffredi 'Patatine Amica Chips'

L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria boccia la pubblicità
che vedeva protagonista il pornodivo: è volgare e sleale.


Vorrei conoscere tanto la responsabile dell Osservatorio Tv del Moige, Elisabetta Scala.
Vorrei sapere cosa le passa per la testa quando suo marito (sempre se è sposata) le chiede gentilmente, ma con sguardo malizioso e ammiccante:
"Questa sera... vorrei tanto assaporarla."

Possibilmente risponde che il comportamento del suo caro maritino viola, per citazione implicita dello spot, gli articoli 1 (lealtà pubblicitaria), 9 (Violenza, volgarità, indecenza) e 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del codice di Autodisciplina Pubblicitaria e pertanto il Giurì ne dovrebbe disporre la cessazione».
Vorrei sapere come si fa a protestare per la volgarità dello spot con Rocco (per gli amici Mr. 24 cm.)

Il commento è stato:
«Ci auguriamo, dice Elisabetta Scala in una nota che questa, come altre "bocciature" da parte dello Iap di spot volgari, serva ad aumentare la sensibilità di chi fa pubblicità. Nel frattempo non possiamo che ringraziare pubblicamente il Giurì per la sua azione tempestiva».

Tempestivita? Sensibilità dei pubblicitari? Penso non abbia capito nulla della vita ma soprattutto del mondo pubblicitario.

20 marzo 2006 (siamo sicuri dell'anno?)

martedì, marzo 14, 2006


Chiamatemi Kowalski. Il ritorno

Monologhi ricchi di storie, a volte raccontate con ironia e cattiveria, a volte con un pizzico di poesia, nello stile di delirio organizzato, caratteristico della sua compagnia Teatro di Rianimazione.
Il tutto arricchito con fatti di vita vera, in un percorso quasi autobiografico perché, dichiara Paolo Rossi: “Il recital è una questione molto personale”.

www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/03_Marzo/13/harper2.shtml

Black Rain


you left them swimming for their lives
down in new orleans
can't afford a gallon of gasoline
with your useless degrees and contrary statistics
this government business is straight up sadistic

now you don't fight for us
but expect us to die for you
you have no sympathy for us
but still i cry for you
now you may kill the revolutionary
but the revolution you can never bury

don't speak to us like we work for you
selling false hope like some new dope we're addicted to
i'm not a desperate man but these are desperate times at hand
this generation is beyond your command

and it won't be long
'til the people flood the streets
to take you down
one and all
a black rain is gonna fall

-2

lunedì, marzo 13, 2006

Sarebbe tutto molto facile se i ragazzi non si lasciassero influenzare da miti che i realtà non esistono.
La rivoluzione con l'uso della violenza non esiste.
Le guerriglie urbane non esistono.
Incendiare qualsiasi cosa che altri hanno ottenuto con sacrifici non esiste.

IL MITO DELLA PARTE OPPOSTA NON ESISTE.

Firmato (ex appartenente a Movimento Studentesco)

Sabato 11 marzo 2006
Corso Buenos Aires, Milano

NO COMMENT.

mercoledì, marzo 08, 2006


Omaggio.

martedì, marzo 07, 2006


arbremagique 2

Quando il mezzo basta a fare l'adv.

Title "Star Wars"
Agency Open Ad
Advertiser Fox Film
Market Denmark
Country of Production Denmark
Type Outdoor / Out of Home

lunedì, marzo 06, 2006


H.N.

La Fura Dels Baus

Da troppo tempo non vedevo un'interpretazione che mi desse delle emozioni miste fra angoscia e raccapricciante disgusto come quando leggevo le opere di Kafka.
Consiglio a tutti di andare... almeno a vedere il sito:
www.metamorfosis.lafura.com

E se ancora non lo avete fatto, leggete il libro di Kafka.

venerdì, marzo 03, 2006


Odio


Pensiero stabile ora è in me cliché razziale
provo a circondarlo di memoria
provo a cancellare questo odio
odio, questo odio.

Azioni subdole paura di me stesso di chi è diverso.
Furia che tradisce e acceca
dentro fino al cuore questo odio,
questo odio.

Provo a cancellare tutto l'odio in me.
Provo, ma non mi è permesso,
questo non ci è concesso.

Io odio.
E ancora odio.

giovedì, marzo 02, 2006


Berlusconi agli Usa: «Thank you America»
«Ci avete liberati, ci avete aiutati. Ecco perchè ora siamo alleati fedeli».
Inizio e chiusura in inglese, con ricordi personali.

Lui dice:
«Allow me to conclude».
Io rispondo: «I hope it!».

mercoledì, marzo 01, 2006


Concorso:

www.arbremagique.it


Per tutti coloro che non avevano la minima idea di cosa fosse il curling ma che, dopo Torino 2006 non dormono più, non fanno più sesso, hanno perso il lavoro ma soprattutto la moglie visto che hanno rotto tutto il servizio buono di pentole.

http://www.gazzetta.it/promotion/wintergames/sanpaolo/curling.shtml

Roma nun fa la stupida stasera
damme ‘na mano a faje dì de si.
Sceji tutte le stelle
più brillarelle che poi
e un friccico de luna
tutta pe’ noi.

Faje sentì ch’è quasi primavera….
manna li mejo grilli pe’ fa cri cri…
Prestame er ponentino
più malandrino che ciai,
Roma, reggeme er moccolo stasera.


E io che pensavo che con D-mail avessi visto tutto.
http://www.thinkgeek.com/